Monday, August 25, 2014

HYPEROURANIOS

festivalfilosofia  – sulla gloria
12-13-14 settembre 2014

melepere artecontemporanea / Planetario “Francesco Martino”, Modena 
presentano



HYPÉROURÁNIOS
(la gloria altrove)
Karin Andersen, Franko B, Biljana Bosnjakovic,  Rudy Cremonini, Cuoghi Corsello
Dead Meat/Rane Fritte, Ettore Frani, Michele Mariano, Antonio Marras,
Stefano W. Pasquini, Simone Pellegrini,  Adriano Persiani, Christian Rainer, Simone Rondelet,  Mustafa Sabbagh, Gilda Scaglioni, Matteo Serri  

a cura di
Patrizia Silingardi, Sonia Schiavone, Pierluigi Giacobazzi
con
L’Ariete Arte Contemporanea,
Andrea Schenetti, Elena Coppola


Ex Manifattura Tabacchi, viale Monte Kosica 47, Modena.
Inaugurazione Venerdì 12 Settembre 2014 ore 20.00

gloria /'glɔrja/ s. f. [dal lat. gloria].  - 1. [notorietà e rispetto universale che si acquista per altezza di virtù, per meriti eccezionali, per atti di valore, per opere insigni ≈ celebrità, fama, lustro. immortalità.   2.  (estens.).  Lode, esaltazione, glorificazione [felicità che si sperimenta in paradiso] ≈ beatitudine .  2.  a. Splendore.    3.  Nome dato nella storia dell’arte a opere di pittura o di scultura che rappresentano persone celesti circondate di luce, di schiere di angeli, o a raffigurazioni, di carattere allegorico, celebrative di personaggi, famiglie, dinastie, città, nazioni, istituzioni, eventi storici (altrimenti dette apoteosi):  3. a.  L’aureola che nella tradizione iconografica cinge il capo dei santi.  3.b.  in ottica atmosferica, fenomeno più noto come spettro del Brocken (v. spettro).  4Nella scenotecnica, apparecchio (detto anche volo) per far discendere dal cielo, e risalirvi, personaggi, in piedi o seduti.  5. Con funzione attributiva, seta g. (o tessuto g.), tessuto misto di seta e cotone, a bassa percentuale di seta, usato spec. per la fabbricazione di ombrelli.

Sic transit gloria mundi. La gloria è altrove. Nell'atmosfera di crisi e malessere individuali delle epoche, dove il senso di  finitudine e l’angoscia legata alle scelte si palesa in una coscienza panica che tiene conto della miserabile temporalità dell’esistere, applicare nella sua pienezza quest’attributo ad una creatura umana è dunque una mistificazione utopistica. In relazione alla blank generation e tenendo conto dell’importanza dell’Angoscia e del Nulla quali esperienze rivelatrici, il diffuso estetismo decadente e malinconico che contraddistingue la nostra epoca declina ogni afflato al sublime, ogni tentativo di ascesa ed invece si ripiega verso lo ctonio, verso il materialismo transitorio e la vacuità dell’esistenza.[1]
E dunque, Signora Gloria, avvenente custode della sfera celeste,[2] è invece personificazione di concetti  immateriali che competono l’ultraterreno, l’ideale perfetto e simbolico  che si colloca in un altrove di verità e speculazione sull'essenza del vivere in rapporto alla trascendenza. Nei nostri intenti Ella forse compete l’ iperuranio, e cioè ‘l’oltre il cielo’ descritto da Platone:  

A occupare quella regione è l’essenza che realmente è, priva di colore, di figura, di corpo, visibile solo all’intelletto, sulla quale verte la scienza vera. Così dunque l’intelligenza divina, nutrita di pensiero e di pura scienza, e anche ogni anima che intenda accogliere in sé ciò che li si addice, vedendo ciò che è in ogni tempo, si rallegra e contemplando il vero si nutre e gioisce, finché il percorso circolare non la riconduca allo stesso punto.[3]  

Nonostante nella cosmogonia platonica l’universo sia finito e di forma dodecaedrica e non vi sia alcun luogo oltre la volta celeste, nell’idillio della favola mitologica Platone descrive un altrove, uno spazio metafisico di perfezione eidetica sul cui modello è stato plasmato il mondo sublunare. E qui, all’umanità  fragile e caduca non resta altro che contemplare con sgomento la vastità del cielo che la sovrasta e la racchiude in solitudine, in questo modo seguendo alla lettera l’indicazione di Platone stesso, che raffigurato nella Scuola di Atene ad opera di Raffaello Sanzio, tiene in mano il Timeo, famigerato dialogo sulla cosmologia, origine del mondo, suggerendo il volgersi dello sguardo verso l’alto, verso la volta celeste, ultimo ed immenso confine che idealmente compromette la rivelazione dell’universo eidetico e glorioso della filosofia.[4]  In realtà, nell’odierno decadimento di qualsiasi cosa della natura, nemmeno questo gli è concesso: la fagocitante frenesia del quotidiano e soprattutto l’inquinamento luminoso impediscono l’osservazione delle infinitesimali meraviglie del firmamento costringendo a considerare lo stesso nelle sue valenze poetiche ed ispirative, nelle sue accezioni  astratte e smaterializzate.
Avvalendosi della consulenza del Planetario di Modena saranno presenti, in relazione  ai circostanziali manufatti artistici concepiti site specific, alcune obsolete strumentazioni chiamate ad evocare le misteriose fascinazioni del cielo.   Tralasciando gli aspetti scientifici, l’artificiale epifania degli astri e delle costellazioni, le nebulose, i pianeti e le galassie, nonché la materia oscura e i buchi neri, saranno invece assunte quali entità simboliche ed evocative di un mondo altro, interdetto all’umanità, che perviene alla malinconia e al lirismo. E qui Gloria, anch’essa privata di ogni aspetto idealistico e trascendente, ripiega la sua essenza nelle materialistiche funzioni scenotecniche, divenendo, nell’assurdo teatro della vita, l’ordigno, il marchingegno, l’artifizio meccanico che consente di salire e ridiscendere dal cielo.

fino al 4 ottobre 2014 su appuntamento
melepere Arte Contemporanea,
via Sottoriva 7, Verona, tel. 3475601841, www.melepere.com/melepere.blogspot.com
Civico Planetario “Francesco Martino”,
viale Jacopo Barozzi 31, Modena,  tel. 059 224726, www.planetariodimodena.it



[1] In riferimento alla psicologia platonica che trasfigura Psiche nelle rispettive allegorie di un cocchio alato assiso in cielo e di un auriga che governa il tiro di due cavalli disuguali: l’uno bianco, celestiale e di origine divina e l’altro nero, furioso e terreno, che rappresenta le pulsioni basse e la parte epitimica  dell’anima, bisogna dire che quest’ultimo predomina nella psicologia della maggior parte dell’umanità.
[2] (…) donna che mostra le mammelle, & le braccia ignude; nella destra mano tiene una figuretta succintamente vestita, la quale in una mano porta una Ghirlanda, & nell'altra una Palma nella sinistra poi della Gloria sarà una Sfera, co' segni del Zodiaco. (Cesare Ripa, Iconologia, Milano: Neri Pozza, 1992, pp. 166)
[3] Pl., Phaedr., 247c-e. In realtà, anche per Platone esiste un solo mondo - quello fisico - che è in continuo divenire e del quale - per questo motivo - non si può avere conoscenza, ma solo opinione. La vera gloria, esito di una vita virtuosa, non può prescindere dalla ricerca della verità e dalla conoscenza delle idee (essere, vero, buono, giusto, bello, …) che competono l’iperuranio. Unicamente fondando l’agire su modelli perfetti ed eterni, oggetto di scienza, è possibile per l’uomo avvicinarsi all’ideale di gloria di cui partecipano i singoli  esempi incompiuti e corruttibili.
[4] THE WORLD
L‘altra notte ho visto l’Eternità
Un grande anello di pura luce infinita
Tutto era calmo, così brillante
E sotto, tutt’intorno, il Tempo in ore, giorni, anni.
Sospinto dalle sfere
Avanzava come un’immensa ombra, in cui il mondo
Veniva trascinato con tutto il suo seguito.
HENRY VAUGHAN, Silex Scintillans: Sacred Poems and Pious Ejaculations, London, Bell and Daldy, 1858.

di cuore si ringrazia          
abhajour,  paolo bazzani,  emanuele da ronch, eidos grafica, valentina lacinio,
 roberto nicolis,  giancarlo norese, luca pilutza, gianfranco serpelloni, viabizzuno.

Monday, August 4, 2014

vedere il firmamento

cartoncino nero colla brillantini 


rubare una stella a rivoli (gilberto zorio)