Sunday, December 6, 2015
love you
Sunday, October 25, 2015
Wednesday, October 14, 2015
Saturday, September 19, 2015
Tuesday, August 4, 2015
Monday, August 3, 2015
hotel universo
HOTEL UNIVERSO, nella notte Transluminosa
Palazzo Michiel del Brusà
Strada Nuova - 4391 Campo Santi Apostoli, Venezia
18 marzo 2015
Valentina Lacinio
"Come fossero ospiti di uno stesso hotel, i singoli artisti sono invitati a scorgere una porzione di cielo notturno dalla propria finestra."
Meditando sui concetti di notturno, non conoscenza o conoscenza fragile, sogno lucido, previsione, chiaroveggenza e di contemporaneità, gli artisti offrono singolarmente e unanimemente la propria riflessione, fornendo quindi interpretazioni di diverso tipo ma con un fine comune che prendono corpo all'interno di un percorso ampio e articolato. Gli spazi, gli artisti e le opere ci accompagneranno attraverso diverse fasi conoscitive, ovvero attraverso diverse "notti".
"Nel firmamento le stelle splendono circondate da una fitta tenebra. Il buio del cielo non è una questione da poco: nell'Universo in espansione, le galassie più remote si allontanano da noi ad una velocità tale che la loro luce in corsa verso la Terra non riesce a raggiungerci. [...] Laddove l'occhio incorre nel suo handicap, nel cosìddetto “punto cieco” dove la retina non contiene recettori per la luce, l'opera assume il ruolo di bussola, orientando lo spettatore nei vicoli laterali alla conoscenza ordinaria."
EDOARDO ARUTA | FILIPPO BERTA | LUDOVICO BOMBEN | ROBERTA BUSECHIAN | HILARIO ISOLA & ENRICO ASCOLI | LEONARDO MASTROMAURO | CORINNE MAZZOLI | FABRIZIO PERGHEM | FABIO RONCATO | CATERINA ROSSATO | ALBERTO SCODRO | MIRIAM SECCO | ELISA STRINNA | SERENA VESTRUCCI
Galleria Melepere Arte Contemporanea, Verona:
FRANKO B | SIMONE PELLEGRINI | SIMONE RONDELET | MUSTAFA SABBAGH
Thursday, April 30, 2015
leonardo mastromauro
Un incrocio di rami, vacuo supersite di un esangue Albero della Vita, sorregge in equilibrio precario due gabbie in cui cinguettano minuscoli canarini. L’una in frivolo ferro e l’altra costruita di grissini sono elette a vessillo di un’analisi concettuale sull’iconografia della gabbia, intesa quale luogo di inedia, costrizione, prigionia. Ad una delle due sfortunate creature fin da prima è negata ogni possibilità di fuga, mentre all’altra accade che libertà e costrizione si trovino in rapporto di coessenzialità reciproca: nella piccola prigione gourmand l'uccellino può ambire al volo mangiandone le sbarre. In realtà, nella sofisticata leggerezza di questo gesto, preludio all’assenza e alla mancanza, dove anche si ravvisano le atmosfere dei leziosi boudoir di Boucher (ogni mademoiselles, tra le trine ei merletti doveva forse possedere tale graziosa suppellettile), si cela un terribile intento sadico; come fu la casa di marzapane per Hänsel e Gretel, la gabbia di grissini materializza il desiderio di sopravvivenza per trasformarsi una trappola, trucs, machins, mekané che simula, ma soprattutto nasconde, che esaurisce in sé le due eterne metà ontiche, il dentro e il fuori. I risvolti esistenziali di questa fragile creatura plausibilmente incapace di avere cura di sé ed inevitabilmente esposta al degrado ambientale, certamente sottendono la sua morte prematura. Il progetto di Leonardo Mastromauro configura un’allegoria, una struttura simbolica dedita a chiarificare quanto le interdizioni invisibili siano sovente più infide di quelle di cui invece è immediato il senso di pericolo. La salvezza che pare lontana da quel luogo dove la morte è sicura rappresenta un’utopia che stempera gli accidenti di una Natura matrigna che su tutto si volge.